Laboratorio Erasmus. Proviamo a scrivere con IA. Cronaca
Di Luca Bartesaghi, Annissa Defilippi e Alessandro Ponte
Attendibilità dell’informazione, autorevolezza delle fonti, ma anche il ginepraio delle fake news fino al problema del copyright. L’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando il panorama della comunicazione e del giornalismo, imponendo interrogativi urgenti sulle opportunità e le minacce di questa rivoluzione.
Secondo gli esperti di giornalismo, il futuro dell’industria dell’editoria – sempre più digitale – è rappresentato da nuovi sistemi di business, come gli eventi esclusivi o i contenuti a pagamento per fidelizzare i lettori. In Italia circa il 13% dei lettori già paga per accedere ai contenuti online dei giornali – come rileva uno studio del Digital News Report di Reuters – e questo numero sembra destinato a crescere. Per quanto riguarda il resto dell’Europa, secondo lo stesso studio, in paesi come la Germania, la Francia e gli Stati Uniti, i lettori che pagano per accedere a contenuti online rappresenta il 10% del totale. Un aumento innegabile rispetto al 2022. In particolare, negli States, 450 quotidiani su 1.380 hanno un paywall attivo. Nella sola Germania, invece, sono 66 le testate che hanno un paywall. Di contro l’edizioni cartacee aumentano di prezzo per far fronte alla crisi della stampa tradizionale.
Nel dettaglio della produzione quotidiana, strumenti come ChatGPT, possono aiutare il giornalista nella stesura degli articoli ma anche nell’impaginazione della testata web e nell’arricchimento dei contenuti multimediali. Un esempio, nella cronaca locale, è il giornalista che segue un evento in diretta. Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, il reporter può confezionare lanci per il web essenziali e in tempo reale, continuando la raccolta delle informazioni necessarie alla redazione dell’articolo completo e finale.
Anche la ricerca di dati e informazioni correlati che possono arricchire la spiegazione dell’evento in corso possono essere generate dall’AI, ma tutto questo a che costo? Un’indagine condotta da NewsGuard ha rivelato che ben 37 aziende nel settore della produzione di contenuti hanno utilizzato l’AI per plagiare articoli provenienti da testate autorevoli come il New York Times e Reuters. Una delle ragioni per cui questi articoli plagiati sono passati inosservati è il fatto che queste 37 piattaforme non hanno attribuito correttamente la fonte originale delle informazioni, presentandole come proprie. Lo sa bene proprio il NYT che sta ipotizzando di fare causa contro OpenAI, un bot che utilizza i contenuti della celebre testata americana per migliorare e aggiornare i propri strumenti di AI. La possibile azione legale potrebbe riguardare la violazione del copyright, specialmente dopo l’aggiornamento dei termini di servizio del giornale. Questo caso ipotetico dimostra come i media tradizionali stiano cercando di difendersi dall’incursione di chatbot e ChatGPT.
Eppure, tecnologie come l’intelligenza artificiale possono contrastare questa pratica (violazione del copyright), ma anche la piaga della disinformazione: “L’uso di una determinata parola o di un’altra o di una certa forma grammaticale fornisce una prospettiva differente dello stesso identico evento”, hanno spiegato dall’azienda italiana Malvina Nissim a Prima Comunicazione. Malvina, in collaborazione con varie università europee incluso l’ateneo di Padova, ha creato un algoritmo per la lotta alle fake news che prevede come leggeranno i lettori alle notizie e analizza il modo in cui certe parole possono influenzare le percezioni e i punti di vista.
In definitiva, per affrontare l’impatto di strumenti come ChatGpt e la diffusione dell’IA, è necessario adottare diversi approcci. L’esclusività dei contenuti o degli eventi sembra essere la chiave per attrarre un pubblico sempre più attento. Già nel 2018, gli esperti di comunicazione si chiedevano se i contenuti digitali on-demand potessero rappresentare il futuro del business, una strategia che sembra aver trovato successo per diverse testate internazionali e che ora viene rincorsa anche dall’editori italiana.
Esempio umano
Trema il mondo degli influencer: recuperati dalla Gdf 11 milioni.
Accertamenti induttivi anche su Gianluca Vacchi e Luis Sal
Operazione della Guardia di Finanza di Bologna che ha recuperato dopo un accertamento su alcuni influencer e creator bolognesi, ben 11 milioni di euro.
Si tratta di quattro noti personaggi, fra cui Gianluca Vacchi e Luis Sal, seguiti da 50 milioni di follower e di cinque digital creator attivi anche su piattaforme come OnlyFans e Escort Advisor.
Dal 2022 ad oggi sono stati ricostruiti proventi ottenuti dalle pubblicazioni di post sui social e da collaborazioni avviate con aziende.
In particolare, sotto la lente degli investigatori sono finiti non solo post sui social, collaborazione con le aziende e il cosiddetto ‘influencer marketing’, ma anche contenuti inseriti sulle piattaforme per adulti.
Sono stati poi confrontati i redditi percepiti dai singoli ‘personaggi’ con quelli riportati nelle dichiarazioni dei redditi, evidenziandone le incongruenze.
Da quanto riportano le fiamme gialle, per quanto riguarda gli influencer, “due erano completamente sconosciuti al fisco”.
A Gianluca Vacchi e a Luis Sal, la cui posizione è invece conosciuta dal fisco, in base a quanto si apprende dalle prime informazioni, la Finanza avrebbe chiesto cifre che,rispettivamente, si aggirerebbero intorno ai 7 e ai 2 milioni di euro.
Per i creator di contenuti digitali, attivi sulle piattaforme per adulti con la pubblicazione di prestazioni a pagamento sul web, il controllo avrebbe portato a segnalare, alle Entrate, tre di loro “applicando una particolare addizionale alle imposte sul reddito, introdotta dalla legge di bilancio 2006, a carico di chi produce, distribuisce, vende e rappresenta materiali per adulti anche in formato multimediale”.
L’importo di tale addizionale di circa 200mila euro, verrà destinato, come da protocollo, a interventi a favore del settore dello spettacolo, tra i più penalizzati durante la pandemia.
Le persone sanzionate, spiega la GdF, si sono dimostrate collaborative, “aderendo ai rilievi mossi e versando all’erario gli importi dovuti. Solo in qualche caso, si sono riservati di effettuare approfondimenti ulteriori, prima di proseguire la procedura davanti agli uffici finanziari”.
I controlli volti all’accertamento fiscale non hanno avuto rilevanza penale.
Versioni con IA
Domanda a ChatGpt 3.5
Ciao chat mi fai un articolo sull’operazione che la Guardia di finanza ha fatto, qualche giorno fa a Bologna sugli influencer fra cui Gianluca Vacchi e i creator? Parole chiavi “Guardia di finanza”, “Bologna”, “Vacchi”, “Influencer”, “creator”, “Sal”. Testo 900 parole. Tono giornalistico. Grazie
Risposta ChatGpt 3.5
Operazione della Guardia di Finanza a Bologna smaschera prassi illecite degli influencer: coinvolto anche Gianluca Vacchi.
Nell’ambito di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza a Bologna, è emerso un caso di prassi illecite nel mondo degli influencer e dei creator, coinvolgendo anche personalità di spicco come Gianluca Vacchi. L’azione delle forze dell’ordine ha gettato luce su una serie di pratiche scorrette nel settore della promozione online, mettendo in discussione la trasparenza e l’eticità delle collaborazioni tra influencer e aziende.
L’operazione, denominata “Sal” dalla Guardia di Finanza, ha preso di mira un vasto network di influencer e creator che operano nel panorama digitale. Attraverso un’attenta attività di indagine, le autorità hanno scoperto l’esistenza di accordi non conformi alla normativa vigente, riguardanti la pubblicità e la promozione di prodotti e servizi su piattaforme online e social media.
Tra i nomi coinvolti spicca quello di Gianluca Vacchi, noto imprenditore e influencer con milioni di follower sui suoi profili social. La sua presenza nell’indagine ha suscitato grande scalpore, poiché Vacchi è da sempre considerato un’icona dello stile di vita lussuoso e del successo imprenditoriale. Tuttavia, la sua partecipazione all’operazione della Guardia di Finanza ha messo in discussione l’integrità delle sue attività di promozione online.
Le indagini hanno rivelato che molti influencer e creator avrebbero promosso prodotti e servizi senza adeguata trasparenza, omettendo di dichiarare gli accordi economici sottostanti con le aziende. Tale prassi, se confermata, violerebbe le normative in materia di pubblicità e trasparenza commerciale, compromettendo la fiducia dei consumatori e distorcendo il mercato digitale.
La Guardia di Finanza ha chiarito che il fenomeno dell’influencer marketing richiede un maggiore controllo e regolamentazione, al fine di garantire la correttezza e la trasparenza delle pratiche commerciali online. L’operazione “Sal” rappresenta un importante passo avanti nel contrasto all’abuso delle dinamiche di promozione sui social media, dimostrando l’impegno delle autorità nel preservare l’equità e l’onestà nel mercato digitale.
Le conseguenze di tali attività illecite potrebbero essere molteplici, coinvolgendo sia gli influencer che le aziende che li sponsorizzano. Oltre alle sanzioni pecuniarie, coloro che violano le normative sulla trasparenza pubblicitaria rischiano di subire danni reputazionali significativi, compromettendo la propria credibilità e autenticità agli occhi del pubblico.
In risposta alle accuse, Gianluca Vacchi ha dichiarato di essere disponibile a collaborare pienamente con le autorità e di adottare tutte le misure necessarie per chiarire la propria posizione. Tuttavia, il suo coinvolgimento nell’operazione della Guardia di Finanza ha sollevato interrogativi sul ruolo e la responsabilità degli influencer nell’ambito della promozione online, ponendo l’accento sulla necessità di una maggiore trasparenza e regolamentazione nel settore.
L’epilogo di questa vicenda rimane ancora incerto, ma ciò che è certo è che l’operazione “Sal” ha scosso il mondo degli influencer e dei creator, mettendo in discussione la credibilità e l’etica delle pratiche commerciali nel mercato digitale. Resta da vedere quali saranno le azioni correttive e le conseguenze legali per coloro che hanno violato le normative vigenti, ma una cosa è certa: l’era dell’influencer marketing dovrà affrontare una maggiore supervisione e regolamentazione per preservare l’integrità del commercio online.
Risposta Gemini con stessa domanda fatta a chat 3.5
Evasione fiscale: la Guardia di Finanza di Bologna scopre 11 milioni di euro non dichiarati da influencer e creator, tra cui Gianluca Vacchi e Luis Sal.
Bologna, 9 marzo 2024 – La Guardia di Finanza di Bologna ha concluso un’importante operazione a tutela del fisco che ha portato alla scoperta di un’evasione fiscale complessiva di oltre 11 milioni di euro da parte di nove tra influencer e content creator. Tra i nomi noti coinvolti figurano l’imprenditore e dj Gianluca Vacchi, lo youtuber Luis Sal, e le modelle-tiktoker Giulia Ottorini ed Eleonora Bertoli.
L’inchiesta, avviata nel 2021 e conclusasi nei giorni scorsi, ha riguardato due filoni d’indagine. Il primo ha acceso i riflettori su quattro influencer, seguiti da oltre 50 milioni di follower in totale, che avrebbero omesso di dichiarare al fisco i redditi derivanti dalle loro attività sui social network e dalle collaborazioni con aziende.
Le Fiamme Gialle, attraverso un’attenta analisi dei flussi finanziari e dei contratti stipulati, hanno accertato ricavi non dichiarati per circa 9 milioni di euro nel caso di Gianluca Vacchi e per 2 milioni di euro per Luis Sal. Le posizioni degli altri due influencer, completamente sconosciute al fisco, hanno portato alla luce un’evasione di oltre un milione di euro.
Il secondo filone d’indagine ha invece riguardato cinque digital creator, attivi su diverse piattaforme online tra cui OnlyFans. Anche in questo caso, i finanzieri hanno riscontrato irregolarità fiscali per un ammontare complessivo di circa 4 milioni di euro.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna, hanno permesso di recuperare l’intero imponibile evaso, comprensivo di sanzioni e interessi.
L’operazione della Guardia di Finanza di Bologna rappresenta un importante segnale di attenzione verso un settore, quello degli influencer e dei content creator, in forte crescita negli ultimi anni e che, fino ad ora, era rimasto poco controllato sotto il profilo fiscale.
Le reazioni
La notizia dell’operazione ha avuto un’ampia eco mediatica e ha acceso un acceso dibattito sulla necessità di una maggiore regolamentazione del settore degli influencer.
Gianluca Vacchi, attraverso i suoi canali social, ha precisato di aver sempre pagato le tasse e di aver collaborato con le autorità durante l’inchiesta. Luis Sal ha invece definito la vicenda “un grande malinteso” e ha annunciato di aver già provveduto a regolarizzare la sua posizione con il fisco.
Considerazioni
L’operazione della Guardia di Finanza di Bologna rappresenta un primo passo importante per contrastare l’evasione fiscale nel settore degli influencer e dei content creator. Un settore che, come evidenziato dall’inchiesta, può generare ingenti guadagni che, se non correttamente dichiarati, possono ledere il principio di equità del sistema fiscale.
L’auspicio è che questa operazione possa fungere da deterrente per altri evasori e che le autorità competenti continuino a monitorare con attenzione questo settore, al fine di tutelare le entrate fiscali e garantire la concorrenza leale tra le imprese.
Immagine della Guardia di Finanza a Bologna secondo Leonardo.Ai